Molte analisi sono state fatte sulla economicità di utilizzo del
Software Libero.
Si può citare per esempio quella di
Pietro
Suffriti che in una ditta Emiliano-Romagnola stima in circa il 30%
il risparmio del costo totale di gestione per posto di lavoro, uno
studio più
dettagliato mostra come i numeri possano essere differenti ma
comunemente ci sia un vantaggio economico nell'adozione del software
libero.
Ma desidero qui occuparmi di altri aspetti dell'economia. E' chiaro che
di fatto nel settore dei personal computer si sia creato un regime di
monopolio per i sistemi operativi e gli applicativi da ufficio. Lo
dimostra per esempio il fatto che all'atto dell'acquisto di un personal
computer non venga neanche richiesto il tipo di sistema desiderato ma
che questo arrivi già preinstallato come se fosse un accessorio
standard del quale non si può fare a meno. Molto spesso le ditte
produttrici di personal computer non concedono la vendita senza
l'acquisto contemporaneo del Sistema Operativo.
Un problema ulteriore è quello degli aggiornamenti. Spesso
accade che quando si ricevono documenti elaborati da un collega che
usa una nuova versione della
suite
di programmi di ufficio ci siano piccole fastidiose
incompatibilità con la vecchia versione dello stesso programma.
Questo induce ad aggiornare il programma. Talvolta la nuova versione
del programma è incompatibile con il Sistema Operativo (è
il caso per esempio di Office11 che funzionerà solo con Windows
2000 e XP), poi il nuovo applicativo e il nuovo sistema operativo in
genere richiedono maggiori risorse di elaborazione e questo
richiederà l'aggiornamento dell'hardware.
E' un enorme fiume di denaro, una rendita continuativa per
l'associazione WinTel (Windows + Intel).
In fondo le esigenze di elaborazione di ufficio non sono radicalmente
cambiate negli ultimi anni, i programmi possono avere mirabolanti nuove
caratteristiche ma per l'utilizzatore quotidiano sono solo marginali le
opportunità aggiuntive offerte da Office11 su XP rispetto a
Office97 su Windows95. Con la differenza che la nuova soluzione
richiede macchine con una potenza elaborativa superiore di svariati
ordini di grandezza e sulla macchina prevista per la seconda soluzione
non è neanche in grado di attivarsi.
Questo è un effetto collaterale notevole dell'uso del Software
Libero: la minore obsolescenza dell'hardware. Il kernel attuale di
Linux è in grado di operare anche su macchine 80386 con qualche
megabyte di RAM. Viene infatti comunemente utilizzato anche per
applicazioni embedded, inserite in sistemi di controllo di reti
telematiche o in elettrodomestici. Questa caratteristica consente anche
di poter utilizzare più a lungo gli apparati, di avere minori
rifiuti tecnologici ma anche di poter utilizzare in modo etico gli
elaboratori dismessi creando laboratori pubblici (il Bologna Free
Software Forum -BFSF ne ha costituito uno) o anche per creare
infrastrutture nei paesi in via di sviluppo.
Ho partecipato a un programma di aggiornamento sponsorizzato dalle
Nazioni Unite nel quale ho insegnato a tecnici di varie nazioni africane
come usare personal computer con software libero come instradatori
(router) di rete. Molti paesi Africani sono interessati alla
divulgazione del software libero come testimoniano le riunioni di
coordinamento che hanno luogo a margine dei convegni "Libre Software
Meeting" (v. per esempio
questo
articolo).
Il quasi totale monopolio per i sistemi operativi provoca poi una
posizione dominante per l'allargamento della propria sfera di controllo.
Nell'impianto accusatorio della causa dell'antitrust americana contro la
Microsoft c'è un esplicito riferimento a funzionalità non
documentate che consentirebbero ai programmi applicativi Microsoft di
essere più efficienti di quelli della concorrenza. Per quanto
riguarda poi la battaglia con la Netscape per fare prevalere Internet
Explorer come browser (pochi lo sanno ma esistono alternative a
Internet Explorer), Microsoft decise di incorporarlo nel sistema
Windows 98 e successivi. Questo causò un danno in termini di
efficienza ma ha forzato tutti gli utenti a usare, volenti o nolenti,
Internet Explorer.
Oggi oltre agli evidenti tentativi di occupare il mercato dei
videogiochi (a danno di Sony e Sega) e dello streaming multimediale (a
danno di Apple e Real), Microsoft sta tentando di occupare lo spazio del
software gestionale e delle sue componenti. Se ne sono accorte le
aziende europee e in particolare italiane che vedono di giorno in giorno
restringersi le loro opportunità di mercato perché sempre
più relegate ad attività marginali del processo
produttivo.
E' come se una industria produttrice di automobili si trovasse
costretta prima a comperare il metallo da un determinato unico fornitore
sul mercato e poi questo fornitore lo obbligasse anche all'acquisto
delle scocche, poi dei motori e alla fine addirittura delle vetture
complete lasciando solo alla industria in esame l'attività di
verniciatura e la commercializzazione.
E un pò naif come rappresentazione ma rende l'idea di quello che
sta succedendo nel mercato delle componenti software, del
middleware. Se ne accorta per
esempio la ditta Zucchetti, una famosa azienda di produzione di software
gestionale, che ha deciso di contrastare questa tendenza e di
riorganizzare completamente i propri prodotti. (Lo stesso Domenico
Zucchetti è sceso in campo con
conferenze
stampa e altri documenti).
E' noto che anche IBM ha scelto i Sistemi Operativi liberi per i propri
grandi elaboratori.
L'alternativa al monopolio esiste. Per questo continuo a fare il mi
lavoro di studiare e insegnare come si realizzano Sistemi Operativi e
penso di continuare a vivere a Bologna e non di trasferirmi a Redmond
vicino a Seattle dove ha sede la Microsoft. Occorre al più presto
cambiare rotta perché l'inventiva e lo stile italiano, che esiste
anche nel campo dell'informatica continui a produrre software
innovativo.
Per combattere un monopolista con le sue stesse armi (brevetti,
acquisizioni di tecnologia, battaglie legali) occorrono colossi di
paragonabile potenza economica. Non è possibile in Europa e
particolamente in Italia. La nostra economia e più precisamente
la nostra cultura economica è basata su una miriade di piccole e
medie imprese spesso raggruppate in bacini geografici di eccellenza (i
mobili di Cantù, le ceramiche di Faenza o di Sassuolo, le
maglierie di Carpi ecc.).
Nella libera concorrenza creiamo prodotti unici per stile, gusto e
raffinatezza che tutto il mondo ci invidia.
Nessuno a Murano detiene il brevetto sul vetro soffiato.
Il solo modo di avere un mercato e un ruolo nel progresso tecnologico
che non sia quello di mera sottomissione è di affrontare i
monopoli con armi diverse, quelle del software libero. Le nostre
aziende devono anche fare i conti con una forte determinazione dei
governi Tedesco, Finlandese, Cinese e anche Francese di utilizzare il
software libero nella pubblica amministrazione e nella didattica. E'
inevitabile che il modello si propaghi verso il mondo produttivo di
questi paesi. La nostra monocultura informatica rischia di creare
problemi di comunicazione e quindi di danneggiare anche l'esportazione.
In altre aree del mondo dove la transizione verso il software libero
sta avvenendo la Microsoft appare in difficoltà e utilizza tutte
le carte in suo possesso per mutare l'opinione dei governi locali.
L'esempio più noto è sicuramente lo scambio di
lettere fra il direttore della Microsoft Perù Gonzales e il
senatore peruviano Villanueva. La Microsoft
mostra
scenari catastrofici alla proposta di legge per l'adozione del software
libero nella pubblica amministrazione
1.
Pone in evidenza gli alti costi di transizione,
l'incompatibilità con il software in uso nel resto del mondo, la
crisi della industria peruviana del software che non esporterebbe
più, e l'incostituzionalità di obbligare all'uso di
software a sorgente aperto perché discriminatorio di alcuni
fornitori. Ai miei orecchi è come tacciare di
incostituzionalità una norma che obbliga i fornitori di generi
alimentari ad enti pubblici ad elencarne gli ingredienti. La
risposta
del senatore Villanueva è illuminante, ne consiglio la lettura.
Anche in Italia il senatore Cortiana ha presentato una proposta di
legge per la adozione del Software Libero nella pubblica
amministrazione.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella transizione. E' normale che lo
studente abbia come punti di riferimento negli ambiti lavorativi i
concetti e gli strumenti che ha appreso a scuola. Se si
continuerà a insegnare un solo sistema operativo, un solo
ambiente di elaborazione l'esistenza di diverse culture informatiche
rimmarrà limitata ad una ristretta elite.
Ma questo è il tema della prossima pagina.
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1Nel
mondo del software libero queste dichiarazioni, ormai comuni le
chiamiamo FUD: Fear, Uncertainty, Doubt cioè timore, incertezza
e dubbio. E' una tecnica commerciale per screditare il concorrente.